“…In una Dimensione un Punto in movimento non generava una linea con due Punti terminali? In tre Dimensioni, un Quadrato in movimento non generava - e questo mio occhio non l'ha forse contemplato - quell'Essere benedetto, un Cubo, con otto punti terminali? E in Quattro Dimensioni, un Cubo in movimento non darà origine – ahimé per l'Analogia e ahimé per il Progresso della Verità se così non fosse! - non darà origine, dicevo, il movimento di un Cubo divino, a un Organismo più divino con sedici punti terminali? E perciò non ne segue, necessariamente, che il rampollo più divino del divino Cubo nella Terra delle Quattro Dimensioni ("The divine Cube in the Land of Four Dimensions") dovrà essere delimitato da otto Cubi: e non è anche questo, come il mio signore mi ha insegnato a credere, in stretto accordo con l'analogia?” da Flatland di Edwin A. Abbott Ne La Crocifissione, di Salvator Dalì, datata 1954, il Cristo è sospeso a mezz’aria, mentre Gala sta ai piedi della Croce con indosso una sontuosa veste gialla che ricorda quella della Maddalena penitente nella tradizione iconografica cristiana. L’elemento più insolito del dipinto è l’ipercubo quadridimensionale, ovvero gli otto cubi che costituiscono la croce. Grazie alla ricerca di Thomas Banchoff si realizza per la prima volta intorno agli anni Settanta il modello geometrico dell'ipercubo. La struttura geometrica dell'ipercubo si ottiene da una serie di regolari proiezioni interne ed esterne dell'immagine stessa del cubo, che generano attraverso le proprietà fisiche della luce una proiezione appartenente ad una dimensione successiva rispetto alla terza.