«Per capire la Stanza della Segnatura bisogna prima di tutto comprendere l’idea generale che governa l’intera decorazione. È una idea che così può essere riassunta. Primo dovere di ogni vivente sotto il cielo è la conoscenza. L’Uomo è tale perché vuole comprendere le ragioni delle cose, vuole conoscere le cause che muovono il mondo. Sullo sfondo di una architettura maestosa che ha fatto pensare alle idee di Donato Bramante per la nuova Basilica di San Pietro voluta da Giulio II e in quegli anni già in costruzione (la posa della prima pietra è del 1506) i sapienti dell’antichità sono riuniti in varie positure, da soli o in gruppo. Tutto questo mirabile insieme di sapienza, di dottrina e di arte, ha dipinto Raffaello fra il 1508 e il 1511, fra i suoi venticinque e ventotto anni. Gli affreschi della ‘Segnatura’ segnano una specie di età dell’oro nel percorso dell’Urbinate, rappresentano il momento zenitale del suo classicismo olimpico. Tutto è ordine, calma, splendore, visione ottimistica dell’umano destino, glorificazione della Sapienza, della Giustizia, della Poesia e della Religione in una dimensione intellettuale ed estetica che fa pensare agli archetipi di Platone e ai campi Elisi degli dei, prima che alle urgenze della Storia. Mai più nessuno nella lunga vicenda delle arti, raggiungerà un apice altrettanto alto di pura e davvero ‘divina’ bellezza.»