Quando dobbiamo recarci in un altro paese o anche in un’altra città , sappiamo che sarà necessario un certo grado di adattamento culturale, che si tratti di abituarsi al cibo o a una lingua nuova, a uno stile di vita o a una moneta diversi. In realtà , ciò che contribuisce maggiormente al nostro disorientamento è il fatto di doverci adattare al senso del tempo di un’altra cultura. In questo dialogo, lo psicologo sociale Robert Levine e lo scrittore e antropologo Marco Aime esplorano una dimensione dell’esperienza che diamo per scontata: la nostra percezione del tempo. E sollevano alcuni affascinanti interrogativi: come usiamo il nostro tempo? L’orologio ci governa? Come incide tutto questo sulle nostre città , sui rapporti interpersonali, sul corpo e sulla mente?