Ă possibile pensare la politica oltre i confini del Leviatano moderno? E quali conseguenze può avere una tale prospettiva per la concezione del diritto (e dei diritti), una volta congedato il paradigma della sovranitĂ : di un ordine fondato sul âmonopolio della violenza legittimaâ e sul âmonopolio delle fonti del dirittoâ? Che le grandi decisioni politiche globali travalichino ormai le frontiere dello Stato-nazione, è un fenomeno evidente anche al senso comune. Meno ovvie e scontate sono tuttavia le sue conseguenze, in termini di opportunitĂ o di rischio. La politica sconfina nelle organizzazioni internazionali, mettendo drammaticamente in luce lâinadeguatezza dellâONU; sconfina nelle âguerre umanitarieâ e nella dottrina della âguerra preventivaâ, evidenziando lâincapacitĂ di risolvere i conflitti e di produrre una âglobal governanceâ; sconfina per i suoi legami con le âpotestĂ indiretteâ, tradendo la sua crescente dipendenza dalle agenzie economiche e religiose o dai gruppi di pressione identitari del âmulticulturalismoâ. Eâ ancora possibile immaginare un ordine politico della globalizzazione? In che misura un tale ordine può ancora esprimersi in termini di sovranitĂ ? Di quali dispositivi può disporre oggi la politica per promuovere e mantenere viva la dinamica sociale e al tempo stesso limitare il potere? Ne discutono, anche da posizioni contrapposte, politologi, giuristi e filosofi della politica tra i piĂš eminenti del panorama italiano.