Il colloquio (il dialogo umano) non si svolge nel deserto e nel vuoto, ma nel qui-e-ora di uno spazio e di un tempo. La parola, dice Eugenio Borgna, non raggiunge l'altro indipendentemente dal contesto spaziale e temporale in cui si vive e si muore. Dopo l'interrogazione di Renzo Piano “Che cos'è l'architettura?” e prima di “Che cos'è il tempo?” di Edoardo Boncinelli proseguiamo il ciclo d’incontri a cura di Luca Sossella (la piccola enciclopedia orale che sarà in libreria in cd audio e dvd) con il professor Eugenio Borgna, primario di psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara già docente in Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università di Milano. Che cos’è la follia? Una condizione umana che è l’altro volto della ragione. Ed è il rifiuto del volto dell’altro. L’impossibilità di condividere un codice comunicativo, la “cura”, trasforma la follia in malattia allo scopo di eliminarla. La speranza è una dolorosa apertura nel tempo (diversamente dalla disperazione che vive il tempo come fosse una prigione). _"Non è facile, e molto dipende dalle risorse interiori che ciascuno di noi ha. Questo momento storico fa emergere le caratteristiche più profonde della nostra personalità e del nostro modo di affrontare la vita. Se siamo interiormente ricchi, se siamo capaci di riflessione, se sappiamo seguire quel cammino misterioso che secondo Novalis ci conduce ‘verso l'interno’, se riusciamo a cogliere il significato della sofferenza e cerchiamo di capire che cos'è il male, se ci rendiamo conto che spesso anche noi compiamo atti di violenza…” (Eugenio Borgna) _